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Anche
Dove si sostiene che anche, anca, ancella, àncora, angoscia, angolo, ambascia, ambasciatore, angina, angelo, anfora e via di seguito, sono tutti termini collegati alla congiunzione latina an, che serve a realizzare una interrogativa disgiuntiva e che equivale al nostro ‘o’: essere o non essere? Questo è il di lemma! Si avverte che le elucubrazioni che seguono sono state in massima parte sollecitate dal mio amico Timothy.
Dobbiamo dire che, per quanto la cosa possa sembrarci paradossale, la congiunzione italiana anche, prossima ad ancòra (anche ora), non è poi così lontana nemmeno dall’àncora: in entrambi i casi si considerano, per così dire, ambedue i bracci della questione. Ma c’è di più: anche l’anca – scusate il bisticcio – è un doppio, proprio come l’ancella, che è l’ombra della padrona.
Se co è capo, per esempio in Dante, allora anche, che anticamente si diceva anco, significa approssimativamente ‘due capi’ e rimanda ad ancipite, che significa ‘dalla doppia testa’, ‘ambiguo’. Ambo e anco, dunque, si equivalgono: l’angoscia è l’ambascia, l’ambage. L’ambasciatore sarà colui che mette in comunicazione i due capi del filo. Siamo proprio sicuri che non porti pena? Chissà se l’angelo, se questa buona novella, se questo nunzio non abbia procurato a Maria almeno un po’ d’ambascia. Pensiamo poi all’angheria o alla dolorosa angina e all’angolo costretto fra i due lati. Dobbiamo, comunque, al lettore delle precisazioni intorno al prefisso an-.
In latino, an (‘o’) serve a disgiungere i due corni del dilemma: utrum x an y? Questo o quello? Notiamo che il primo corno della questione viene introdotto dal latino utrum, la cui presenza ci incoraggia ad andare aventi per la strada intrapresa. Il maschile di utrum – che fa uter e significa ‘quale dei due?’ – non può non richiamare l’utero latino (uterus e uterum). Ecco, quindi, che ci si manifesta intero e chiaro il senso di una doppiezza bene palesata da questo utero: maschio o femmina?[1]
Dopo aver detto dell’anca e dell’angoscia – antica ancoscia (an-coscia?) –, la doppiezza e il dubbio paiono davvero confinate in una precisa zona del nostro corpo, laddove il dubbio astratto del genere del nascituro (maschio o femmina) appare reificarsi proprio nella biforcazione delle due gambe, delle due cosce. E così una popolare anguinaia – l’inguine – diviene il luogo del dubbio, del doppio e dell’angustia e dell’angoscia. Forse che la coscia, che in inglese è una thigh (da two), non è un doppio? Oh, sì! Il dubbio provoca l’ansia. Ebbene, hip, in inglese, significa anca e angoscia! Inventiamoci un proverbio: «And hips walk together: hip, hip, hurrah!». Perché si dicano due «hip!» deve essere a tutti chiaro. Non possiamo, quindi, dar troppa fede ai dizionari inglesi quando sostengono che hip, ‘angoscia’ o ‘malinconia’, sia un’abbreviazione di hypochondria. Non dovrebbe allora essere hyp?
Fantasia conclusiva
Vorremmo ora ragionare di latine anseres, ovvero di quelle anatre che risposero ai Galli e che sembrano inglesi answers, ‘risposte’. Qui, però, possiamo solo ricordare che l’ansa è – permettete l’azzardo – una ‘risposta iconica’, un ‘tornante’; che amputare è dividere in due, come ancidere; che l’ancia è una ‘canna piegata in due’; che l’ansa ha una doppia natura, tanto che per fare un’anfora – che in greco equivale a un ángos – ce ne vogliono due. Ansare, ansimare. L’inglese anvil sarà un’antica ancudine – come dice Don Abbondio –, che è un attrezzo dalla doppia testa. Evitando di discutere dell’anta, dell’anteriore e dell’antico, diciamo che non lontano da qui si trovano l’anguilla e l’angue, non poco viscidi, non poco doppi. E anche la città di Anversa (antica Antuerpia, boccacciana Anguersa) checché ne dicano i dizionari di toponomastica.
Il nostro percorso, tuttavia, ci ha condotto in territori troppo lontani, e si è fatta l’ora di tornare a casa.
[1] Il fatto che in latino ci sia anche un terzo genere, il cosiddetto neutro, non cambia la questione, anzi. Il significato dello stesso termine è assai chiaro: neutro – in latino il maschile suona neuter – equivalendo a ‘nessuno dei due’, sembra non avere una sua propria personalità.